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26 settembre 2019

INSIEME



INSIEME
Un rudere sulla costa sopravvive ad un tempo e si offre, ora, nel paesaggio naturale quale luogo elettivo del godimento della bellezza naturalistica. Con questo invito che vi rivolgo, il luogo scelto viene eletto belvedere, intenzione che si manifesterà concretamente attraverso un'azione di pulitura e predisposizione all'utilizzo estetico. Il 7 luglio. L'invito che vi rivolgo è di vivere il luogo, avere un'esperienza estetica del mito materno della natura, inserendo opere tascabili e lavori pensati per essere affidati alla natura stessa. L'esperienza si concluderà al tramonto contemplando l'unità del molteplice.
I lavori sono installati e presentati lo stesso giorno, il giorno dopo le nozze, nell'ex fortino di avvistamento che insiste in località Morgicchio di Specchiolla.
Casamatta di Morgicchio, località Specchiolla
Spazio cavo - aria aperta
27 giugno 2019 Giuseppe De Siati
























foto di: Eugenia Covotsou, Giuseppe De Siati e Gianluca Zonca




Formafarfalle, invito al sogno
Insieme. Il giorno dopo le nozze ho chiesto ai miei amici di celebrare la natura, al tramonto, vivendo un rudere sulla costa come luogo del mito materno.
Ho trovato i cocci di una mattonella color celeste che ricorda il cielo, infranti su uno scoglio li ho raccolti e riutilizzati per costruire qualcos'altro: forme di farfallee e di una venere.
Giuseppe De Siati

21 luglio 2017

Abito, via paolo paruta 59 /// SPAZIO 14 MQ

  
    


Foto G. De Siati. Scala di collegamento a 14 mq; Flusso (J. Milani)








Foto Gianluca Zonca. Dall'alto: Flusso (Milani) e 14mq (De Siati); Flusso e Istante (Zonca); 14 mq e Saggio (De Siati)







Dall'alto: Nine to universe (Sara Siami); Gnosi (De Siati); Statement (De Siati)
Porta di collegamento con 14 mq.




comunicato stampa

Abito

Studi Festival 2017

È la coincidenza dello studio con la vita domestica, la casa, nella forma che nasce dall'abitare lo spazio.
La casa che abito è espressione di quell'atteggiamento che entra in relazione col luogo e si manifesta prendendo forma nell'abitazione. In questo contesto resta riservata ad uso esclusivo la camera da letto posta nell'ingresso principale, come fosse una sorta di statement; la cucina dedicata all'incontro con l'altro è la Stanza della Conoscenza e della trasformazione, accoglie il lavoro di Sara Siami; la terza stanza con i suoi accessi è ipogea ed è dedicata agli ospiti, è la stanza della presenza collettiva, Spazio 14 mq, accoglie i lavori di Carlo Galli, Jimmy Milani e Gianluca Zonca.
Abito, secondo l'idea di uno stato già sviluppato ma non pienamente realizzato, anzi, che trova compimento nell'incontro con l'altro.
La casa, un miniappartamento ricavato all'interno di una palazzina storica, la dimora padronale della legatoria Caspani, si trova nei pressi del Naviglio della Martesana. Gli ambiti della mostra sono strutturati su due livelli. Il percorso si articola secondo i tre accessi dell'abitazione, attraverso due scale i tre ambienti attivano una doppia circolarità: dalle cantine si entra nello Spazio 14 mq, si risale la cucina, la Stanza della Conoscenza, proseguendo per la camera da letto si ricomincia o viceversa.

29/01/2017 Milano Abito, via Paolo Paruta, 59 Milano




foglio di sala


L'idea sublime di essere al mondo
e la condizione degli opposti.

La terra, la città di Milano, il naviglio della Martesana ed il suo quartiere, le mura domestiche. Interno esterno sono condizioni che si avvicendano dando carattere al luogo abitato e indirizzano l'essere abitante. Così prende forma Abito, dal valore dell'inseparabilità della partitura quotidiana e contingente al carattere ideale dell'atto creativo che pure dà un senso alla vita reale. Secondo questa precisa ottica ha preso forma il progetto della mostra in casa, presentata durante Studi Festival terza edizione; nel luogo in cui il processo di abitazione è al nono mese, l'apertura delle mura domestiche all'ospite pone la questione della collocazione dell'opera nello spazio della vita quotidiana.
La mostra è stata sviluppata sulla base di un confronto 1:1 con i quattro autori, nel tentativo emotivo di un incontro non sempre riuscito e con risultati inattesi.
La casa ha tre ingressi indipendenti, sviluppando altrettanti percorsi. In questo scritto si seguirà un movimento discendente, verso lo spazio delle relazioni, il livello ipogeo caratterizzato dal "soggiorno", per poi risalire verso il piano terreno con la cucina e la stanza del riposo.

La discesa e la scoperta del valore della luce. (Milani)
Una discesa porta al livello sotterraneo, in fondo, nel deambulatorio si incontra Flusso, una cascata di colore di un'insieme di carte che hanno un’andatura ritmica verticale, come un monito alla polarità ambivalente della vita, un salire e scendere in un ciclo continuo. I fogli presentano una piega periodica, ripetuta per tutta la superficie che riverbera il movimento di espansione ascensionale dell'apertura di un mantice, evidente nelle pieghe che sono state distese in verticale. La sintonia con le scale, strutture architettoniche che connettono il basso con l'alto, risuona in una corrispondenza interiore con i moti dell'animo umano; la collocazione di Flusso caratterizza la discesa e l'ingresso verso lo spazio intimo della relazione, con la scoperta della luce restituita nelle forme del colore. Una presenza inaspettata in quel luogo che si lega all'inconscio primordiale, il sotterraneo ed il colore della luce riporta all'archetipo della caverna come rappresentazione del mondo; l’incontro con Flusso desta meraviglia, la stessa che le grottesche della Domus Aurea di Roma dovettero suscitare nei loro scopritori con l'apertura ad un'altra dimensione del reale con un mondo immaginario.

Stato di coscienza: il presente unico di una transizione.
I segmenti corporei dell'immagine di un doppio movimento (Zonca - De Siati)
Le opere suscitano una visione che sfocia nell'ossimoro dello scorrere del tempo fermo, attraverso l'organizzazione della durata dei tempi di fruizione, sempre parziale, frammentata rispetto l'immagine che si può creare nella mente di ognuno. Nello spazio delimitato l'osservatore può costruire un'immagine esperienziale, essendo la durata degli eventi gestita e più o meno vicina alla velocità naturale degli eventi, rimanendo nell'ambito della consapevolezza; in Istante è proprio l'attimo come unità minima che viene dilatato, il ciclo alternato bianco nero con cui appare la superficie secondo un mostrarsi apparentemente fermo nel tempo, dovuto alla gestione lenta della durata e 14 mq che si svolge nel movimento ambientale delle correlazioni. Uno spazio senza correlazioni non può essere un ambiente.
La dialettica transitoria dell'alternanza, nell'apparire bianco e nero, con tempi molto rallentati rispetto la sua fruizione, segna la linea trascendentale di un istante che appare sospeso e sembra interrompere il continuum cronologico. La staticità del movimento di Istante nell'immagine apparente si rompe e si ribalta nel movimento statico del pavimento mobile, 14mq; il carattere provvisorio determinato da ogni contatto, il minimo spostamento nello spazio delimitato si svolge nel tempo orizzontale, e ogni movimento si assesta nell'attesa di quello successivo, in un'immagine insita allo spazio reale della natura, dove nulla giace immobile.
"Sotto il mondo materiale c'è un tempo immateriale (...) esiste un mondo non materiale, fatto di pura temporalità, un mondo di forze vibranti, un mondo di impulsi di energie che interagiscono ritmicamente in una complessa e articolata danza che sembra estendersi e dare origine e significato a tutto l'universo" (Rifkin J. Guerre del tempo. Il mito dell'efficienza e del progresso e lo sconvolgimento dei ritmi naturali, Milano Gruppo Ed. Fabbri, Bompiani 1987, p.42). In questo senso le due opere, nello spazio ipogeo, atterrano lo spirito scoprendo l'idea sublime di essere al mondo, attraverso la manipolazione della percezione temporale del movimento come energia vitale dell'universo, la sensazione della durata nel tempo di un cambiamento.
Se vedo le rughe del tronco di un essere secolare, tra le pieghe riesco ad immaginare lo scorrere del tempo. Allo stesso modo l'immagine che le singole opere compongono in questa mostra è la somma delle unità visive coincidenti all'immagine che si è formata della stessa somma di quel preciso momento. Nella scena reale i lavori portano con se il valore di input ritmici, suggeriscono ed indirizzano la codificazione di un doppio movimento riecheggiando la staticità dell'avvenimento: verso l'alto, nella dimensione verticale del tempo di Istante; orizzontale, nel movimento immanente di 14 mq. I due lavori danno forma alla "dimensione presente del tempo universale sarebbe quindi impercettibile se non vi fosse il movimento. È il movimento che determina il tempo universale in puro presente. Anzitutto, perché si manifesta come ondeggiamento presente: (...)" (L'essere e il nulla. La condizione umana secondo l'esistenzialismo, Jean-Paul Sartre, Il Saggiatore, 2008, p. 263). La percezione del movimento costituisce l'equilibrio formale, Istante appare statico determinando una percezione del cambiamento, come un onda lenta lo schiarirsi della scultura, o viceversa, porta a sentire il movimento del divenire; 14 mq è fermo e si muove come ondeggiamento del presente, delle correlazioni ambientali.
Non possiamo capire dove e quando stiamo perché il presente è passato e futuro che si scontrano. La vita è lo scontro continuo tra passato e futuro.” (Gianluca Zonca). Il presente emerge nella forma che la coscienza riesce a prendere da un continuum, il particolare di un tutto, ed è tale solo se separato dal resto. Avviene l’intuizione dell’infinito in un frangente e la percezione verticale del tempo si incrocia al movimento orizzontale dello spazio: il setaccio di Saggio è il centro ideale di questo doppio movimento, al centro della stanza.
La stanza della conoscenza e l'idea di conquista del mondo.
(Siami - De Siati)
La stanza della trasformazione è caratterizzata da Gnosi, l'impronta del solco della deglutizione e della masticazione. Lo spazio tra i denti combacia perfettamente, in ogni individuo in modo unico, l'atto del deglutire è permesso dall'occlusione che è la chiave per assimilare il Creato; risolve in sé la dicotomia spirito e materia.
L'idea del doppio, di una natura graziosa e dura con il suo duplice volto, è illustrata nella riduzione di una pittura onirica, nella dimensione ridotta e compattata di nove diari visivi, mostrando nel gesto di ripiegare il foglio il tentativo di conquistare la natura nella sua originaria organicità.
Nelle vecchie scatole è riposta la capacità dei fanciulli di meravigliarsi della vita del Creato. Così sono custoditi i libretti Nine to universe secondo lo sguardo libero del piccolo dinanzi all'infinita forza rigeneratrice della natura, in grado di trasformare, di dare e riprendere a sé. Lo scopritore, pagina dopo pagina, nell’atto conoscitivo riprende a separare i vari aspetti. La visione degli acquerelli, infatti, è legata alla riapertura del foglio.
L’idea di poter mettere in tasca qualcosa coincide con l'idea stessa di poter contenere le forze della natura, portare con se quelle energie significa possederne il senso, averle e o poterle assimilare. Acquisire un senso della realtà sviluppando quella capacità prensile cui fa riferimento Gnosi, una forza, quella del morso che vede anche l’essere umano costretto tra gli altri animali alle cose della materia.
Se Flusso apre al mondo dell'immaginazione, trasformando la percezione dello spazio, evocando la levitazione dei corpi in un altrove in contrasto con la direzione dello scendere in profondità, Nine to universe richiama alla mente la realtà fantasiosa delle antiche grottesche in scala ridotta e portatile, tascabile, nove libretti “fabulati” che ricordano le capacità immaginative umane attraverso le acrobazie di una pittura onirica, come sarebbe piaciuto definire le grottesche a Daniele Barbaro, 1556, per il loro carattere libertario, privo di riferimenti intellettuali (cfr. La grottesca, A. Chastel, Carte d'Artisti, Abscondita 2010, Milano).
Giuseppe De Siati

18 marzo 2015

Albedo


Albedo, calce e vetro, 2015, Giuseppe De Siati

Albedo, calce e vetro, 2015, Giuseppe De Siati

Ho versato della calce e
sul nero pavimento, rifletto la luce.

Un gesto messo in atto per Nicole che lascia il suo studio in Bovisa, un luogo che abbiamo condiviso...

Nell'occasione anche Gianluca e Nicole hanno montato il loro lavoro "sentinelle" e "variazioni sulle ali" e ne abbiamo discusso.

cfr. Studi Festival, Milano
http://www.undo.net/it/mostra/185785

15 febbraio 2015

0°-31° || Sesto Calende



Giuseppe De Siati "In ogni punto della terra" e Gianluca Zonca "Quì, altrove, ora" a Sesto Calende 2014

a cura di Elena D'Angelo 


Come nel ciclo dell'acqua, l'acquerello ghiacciato reagisce all'energia solare trattenuta nell'ambiente come nei corpi dei visitatori. Questa relazione ambientale provoca variazioni dello stato fisico del ghiaccio che diventa liquido sino all'evaporazione di parte dell'acqua che si separa dal colore, mentre il vapore acqueo si disperde nell'ambiente.


Particolare "In ogni punto della terra" Giuseppe De Siati, 2014, Sesto Calende



Giuseppe De Siati

a cura di Elena D'Angelo