Works site specific 2009/2012 - Come stare tra i con-fini

9 momenti scelti da 3 anni

     
                                               


  Sento fame nella testa e nella pancia.
   Cerco l’equilibrio del pensiero:

   Attraverso il segno che lascio intorno al corpo nello spazio, per mezzo del colore, visualizzo la dicotomia mente/corpo risolvendola in un gesto performativo che lascia traccia. Mi servo dell’acqua, delle terre e di altri materiali, in una pittura tra azione, tra gesto performativo e installazione. Ciò che si rivela, nello spostamento del baricentro corporeo è: un cerchio aperto in cui provo l’equilibrio del corpo, dal quale posso entrare, stare e uscire; un cerchio chiuso o una macchia che si espande, in cui segno l’orizzonte del pensiero.
   Così perimetro il mio corpo, limito il pensiero e la carne a vari supporti, dalla carta allo spazio, dalla terra alle pareti, tracciando il recinto in cui vive l’uomo, la forma, raggiungendo la sostenibilità della vita sulla terra: la coscienza di non essere al centro dell’universo ma di sentirsi parte.
   Altre volte, intervengo sui limiti fisici di uno spazio, tra uomo e paesaggio, tra uomo e architettura, demarcandoli, ponendo relazioni tra le parti che lo determinano per mezzo di materiali specifici del luogo, oppure, servendomi di nastri isolanti o funi, terre, gesso o segature colorate e profumate.

Giuseppe De Siati




Lex.
Installazione partecipata con gli scout locali.
Chiesa di San Nazzaro, Novara, 2012 Marzo.




 

Mnemosine.
Performance, piattini da caffè, segatura profumata e pigmento rosso, nastro adesivo carta e pennarello.
Abside della chiesa di San Carpoforo, Milano, 2012 Marzo.





Paesaggio umano.
Pittura murale con nastro isolante.
Studio Hayez, Accademia di Belle Arti, Milano, 2012 Febbraio.







Mnemosine

La forma si rivela
attraverso il limite,
struggente, l’acqua, sposa il colore alle sue pieghe
Ci sto, dentro …
Intorno a me, traccio l’era della vita,
come i miei padri la tracciarono
nella terra secolare degli ulivi.

Il tuo dentro contengo e lego,
lasciandone l’effimera impronta fossile,
orma, immaginifica, di una geografia umana, possibile

Ti lego, terra, all’uomo
incomprensibile
la tua carne e le tue ossa lego, penso

Il doppio tengo,
la dualità della vita piego,
moltiplico e affronto le tue forme
moltiplico e predispongo due rivelazioni che si attraggono, si vedono,
non possedersi mai.

L’uno tiro dentro.
Madre, mio rifugio,
sulla tua superficie cerco il tuo ventre.

Il manifestarsi del colore e del segno, tra le pieghe e le tirature della carta ha una sua consapevolezza, tracciare, rendere visibile, la mia coscienza sta nell’uso dell’acqua che non la si può possedere, domare totalmente nello spazio.
Io, segno sulla terra, nella carta, il mio limite, contorno il pensiero, attraverso l’acqua e per mezzo dell’acqua raggiungo la terra, la mia superficie. La perimetrazione del mio corpo e del mio pensiero, nella corrispondenza dell’armonia geometrica del corpo con l’universo, vuole ritornare all’armonia dell’uomo con la terra.

Accumulo le rughe,
vi chiamo a voi stessi,
vi chiamo al vostro essere
a tenervi insieme …
visualizzo la meta
Madre, terra, ti sto sopra,
segnandoti, donandoti vita,
resterai mia figlia.

Giuseppe De Siati


Mnemosine.
Acquerello su carta, 2x4 m.
Studio Hayez Accademia di Brera, Milano, 2011 Dicembre.


Mnemosine.
Particolare di acquerello su rotolo di carta, 2,10x8 m.
Milano, 2011 Dicembre.



Mnemosine.
Particolare di acquerello su rotolo di carta, 2,10x6 m.
Milano, 2011 Dicembre.


Mnemosine.
Particolare dei rotoli di acquerello su carta.
Milano, 2011 Dicembre.








Demo.
Installazione paesaggistica, malta, tufo e pietra calcarea della locale cava dismessa, h 3 m.
Gravina in Puglia, 2011 Settembre.





Meridiem

Mezzogiorno ideale in cui l’ombra dell’essere scompare… meridiem come concetto economico relativo al punto cardinale, sinonimo di Sud, il meridione del mondo.

“Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli Dei”.
Motto greco iscritto sul tempio dell’Oracolo di Delfi

“Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità”.
Monito di S. Agostino



Nel mondo ci si orienta in base ai 4 punti fondamentali, dall’ingresso uterino, inizio di una meta nuova da raggiungere, il centro, meridiem, momento ideale per incontrare se stessi, quando persino l’ombra svanisce, non resta che l’individuo, col proprio mezzogiorno, col proprio sé ritrovato.
Nel silenzio, nella sospensione, dal suo mezzogiorno, ecco l’uomo che deve già scegliere nuovamente, deve recidere da ciò che è stato, verso un altrove.
Così, oltrepassato quell’equilibrio meridiano, della croce incrocio cardinele, resta il ricordo di ciò ch’è stato e che non può più essere.

Giuseppe De Siati





Meridiem.
Installazione, tulle,16 mq.
Palazzo Beltrani, Trani, 2011 Settembre.



s-oggetti nomadi:




Microbo2.
Mini installazione, 5x5x4 cm.
Circuiti Dinamici, Milano, 2011 Febbraio.


 
  Trans-.
Smalti su tavole di abete, 30x30x4 cm.
San Vito dei Normanni, 2010-2011.
foto: Giuseppe Moccia




Trans-.
Smalti su tavole di abete, 60x60x4 cm.
San Vito dei Normanni, 2010-2011.
foto: Giuseppe Moccia








Ri-Nascita.
Performance-art.
Collettiva SolidArte, San Vito dei Normanni, 2009.



Bio
‘79 S. Vito dei Normanni. Nel ’98 la maturità artistica e nel 2009 la laurea in Conservazione dei Beni Culturali. Impegnato sulla tematica esistenziale di una nuova visione dell’uomo, dell’individuo post-umano; da nov. 2011 vive e lavora a Milano, seguendo la specialistica in Arti Visive dell’Accademia di Brera.



                                                               
                                                                        Giuseppe De Siati 2012


Nessun commento:

Posta un commento