26 agosto 2015

Rotazione, un sentimento cosmico

ROTAZIONE, un sentimento cosmico.

Rotazione, acquerello su carta a mano, 60x60 cm, Giuseppe De Siati, 2015


A quanti abitano questa terra,
L'operazione di installare un'opera di arte contemporanea nel luogo dove sono le radici identitarie di una comunità locale, vuol contribuire a portare luce alla cultura rurale delle nostre origini.
Relazionarsi all'identità contadina nei mesi in cui si svolge Expo 2015 a Milano per riconoscere l'imprinting culturale che rappresenta pure un'alternativa all'omologazione culturale della globalizzazione.

Porto i colori dell'arcobaleno.
Vedo una luce nella civiltà rurale, tra gli oggetti della cultura materiale, oggetti che il "rurale nostro" come il "primitivo altrui" ricordano una condizione umana di civiltà su cui apro lo sguardo.
Nel '51, alla triennale di Milano venivano esposti oggetti della cultura artigiana meridionale, un decennio dopo inizia la "guerriglia" di Arte povera; è proprio quella cultura che mi ha portato a prendere coscienza di non riportare semplicemente quegli oggetti del "primitivo nostro" in bella mostra e ne di utilizzare quei materiali o strumenti semplicemente, tentando sulla cultura tradizionale di costruire una visione attuale.
Un precedente significativo in tal senso è il metodo in regress di Claudio Costa che tra l'altro nel '75 con un operazione artistica che la critica ha definito di "paesamento", porta gli oggetti del museo etnografico fuori dal museo, inserendoli in un'abitazione contadina autentica, fondando il Museo di Antropologia attiva.
Nel museo rurale si ha una raccolta di oggetti che costituiscono fonte per la storia del paesaggio e per la lettura della vita della comunità del territorio, oggetti che raccontano dell'antico rapporto uomo natura, un luogo che rappresenta il primo tassello per ricostruire una società di un fare materiale connesso ai tempi ciclici, lontano dal folklore contemporaneo e semplicemente autentica.
I ritmi del mondo agricolo-pastorale nel tempo dell'attesa del dono della terra di una civiltà costruita su valori che esprimono il connubio uomo – natura, l'aiuto reciproco, lo spirito di cooperazione, l'amore per la famiglia, l'onestà dei comportamenti, il rispetto del lavoro.
Come in una stanza delle meraviglie ho installato e quasi mimetizzato alcuni lavori.
I sette colori dell'arcobaleno rimandano al precedente iconografico del tema biblico del patto tra Dio e l'uomo, dell'Alleanza che credo si perpetua laddove insiste il rapporto di lavoro tra l'uomo e la natura, in un rapporto reciproco di alimentazione, lavoro e custodia, la natura alimenta l'uomo che alimenta la natura.
L'arcobaleno meteorologico rimanda al fatto che gli agenti atmosferici contribuiscono a fertilizzare la terra. Collocare i colori dell'arcobaleno nel museo della civiltà rurale con l'opera “Semina” e con “Limitare: rotazione” è per me aprire un varco, un “limitare” verso alti valori civili iscritti nella pietra, come allude l'opera “Settima combinazione” che chiude un cerchio nella
ri-costruzione e che dedico alla Civiltà rurale.

Giuseppe De Siati

San Vito dei Normanni 2015


Orari di apertura
L'apertura del "Museo della Civiltà Rurale" è da effettuarsi su richiesta dell'utenza.
Gli interessati potranno prenotare la visita al Museo telefonando o recondosi presso gli uffici della Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII" o contattando la Cooperativa Paideia.
L'ingresso è gratuito.
Telefono:
0831 951368 (Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII")
347 2102883 (Cooperativa Paideia)
Email:
bibliotecacomunale@comune.sanvitodeinormanni.br.it


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