ROTAZIONE,
un sentimento cosmico.
Rotazione, acquerello su carta a mano, 60x60 cm, Giuseppe De Siati, 2015 |
A
quanti abitano questa terra,
L'operazione
di installare un'opera di arte contemporanea nel luogo dove sono le
radici identitarie di una comunità locale, vuol contribuire a
portare luce alla cultura rurale delle nostre origini.
Relazionarsi
all'identità contadina nei mesi in cui si svolge Expo 2015 a Milano
per riconoscere l'imprinting culturale che rappresenta pure
un'alternativa all'omologazione culturale della globalizzazione.
Porto i
colori dell'arcobaleno.
Vedo una
luce nella civiltà rurale, tra gli oggetti della cultura materiale,
oggetti che il "rurale nostro" come il "primitivo
altrui" ricordano una condizione umana di civiltà su cui apro
lo sguardo.
Nel '51,
alla triennale di Milano venivano esposti oggetti della cultura
artigiana meridionale, un decennio dopo inizia la "guerriglia"
di Arte povera; è proprio quella cultura che mi ha portato a
prendere coscienza di non riportare semplicemente quegli oggetti del
"primitivo nostro" in bella mostra e ne di utilizzare quei
materiali o strumenti semplicemente, tentando sulla cultura
tradizionale di costruire una visione attuale.
Un
precedente significativo in tal senso è il metodo in regress di
Claudio Costa che tra l'altro nel '75 con un operazione artistica che
la critica ha definito di "paesamento", porta gli oggetti
del museo etnografico fuori dal museo, inserendoli in un'abitazione
contadina autentica, fondando il Museo di Antropologia attiva.
Nel museo
rurale si ha una raccolta di oggetti che costituiscono fonte per la
storia del paesaggio e per la lettura della vita della comunità del
territorio, oggetti che raccontano dell'antico rapporto uomo natura,
un luogo che rappresenta il primo tassello per ricostruire una
società di un fare materiale connesso ai tempi ciclici, lontano dal
folklore contemporaneo e semplicemente autentica.
I
ritmi del mondo agricolo-pastorale nel tempo dell'attesa del dono
della terra di una civiltà costruita su valori che esprimono il
connubio uomo – natura, l'aiuto reciproco, lo spirito di
cooperazione, l'amore per la famiglia, l'onestà dei comportamenti,
il rispetto del lavoro.
Come
in una stanza delle meraviglie ho installato e quasi mimetizzato
alcuni lavori.
I
sette colori dell'arcobaleno rimandano al precedente iconografico del
tema biblico del patto tra Dio e l'uomo, dell'Alleanza che credo si
perpetua laddove insiste il rapporto di lavoro tra l'uomo e la
natura, in un rapporto reciproco di alimentazione, lavoro e custodia,
la natura alimenta l'uomo che alimenta la natura.
L'arcobaleno
meteorologico rimanda al fatto che gli agenti atmosferici
contribuiscono a fertilizzare la terra. Collocare i colori
dell'arcobaleno nel museo della civiltà rurale con l'opera “Semina”
e con “Limitare: rotazione” è per me aprire un varco, un
“limitare” verso alti valori civili iscritti nella pietra, come
allude l'opera “Settima combinazione” che chiude un cerchio nella
ri-costruzione
e che dedico alla Civiltà rurale.
Giuseppe
De Siati
San
Vito dei Normanni 2015
Orari di apertura
L'apertura del "Museo della Civiltà Rurale" è da effettuarsi su richiesta dell'utenza.
Gli interessati potranno prenotare la visita al Museo telefonando o recondosi presso gli uffici della Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII" o contattando la Cooperativa Paideia.
L'ingresso è gratuito.
Telefono:
0831 951368 (Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII")
347 2102883 (Cooperativa Paideia)
Email:
bibliotecacomunale@comune.sanvitodeinormanni.br.it
0831 951368 (Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII")
347 2102883 (Cooperativa Paideia)
Email:
bibliotecacomunale@comune.sanvitodeinormanni.br.it
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